L’esperienza di questi giorni è essere «Chiesa domestica»

Messe in streaming, meditazioni inviate con Whatsapp e incontri con educatori attraverso videochiamate. Si moltiplicano, a oltre un mese dall’inizio dell’emergenza sanitaria, le iniziative delle parrocchie modenesi. Un obiettivo è comune a tutti quanti: «Dobbiamo impegnarci perché la Chiesa non muoia, dobbiamo rimanere famiglia e sentirci “pietre vive per la costruzione di un edificio spirituale”» e per questo occorre «creare occasioni per rimanere collegati tra noi e vivere la comunione». Lo ha spiegato alcune sere fa don Paolo Orlandi ai bambini della parrocchia di Spezzano che ogni sera si collegano su Facebook per la “Preghiera della buonanotte”, una delle tante iniziative che «in maniera molto artigianale» il parroco sta proponendo.

«La messa domenicale è un po’ poco – spiega don Orlandi – per questo con i mezzi che ho a disposizione cerco di coinvolgere i parrocchiani, in particolare quelli che per età o altri motivi non hanno la possibilità di seguire le celebrazioni del papa o quelle diocesane».

Da qui ha preso forma un ritiro spirituale sulla figura di Nicodemo e la settimana comunitaria dei ragazzi delle medie e delle superiori.

«Ogni giorno si sono collegati circa 50 giovani – spiega il parroco – per la preghiera del mattino, la catechesi del pomeriggio e la preghiera della sera. Oltre a partecipare alle liturgie del Triduo, hanno ascoltato le testimonianze del vescovo Erio Castellucci, del vescovo emerito Giuseppe Verucchi e del cappellano dell’ospedale di Sassuolo don Alberto Nava».

E giovedì notte hanno fatto un’ora di adorazione a distanza, sempre attraverso i social network e la collaborazione degli educatori che hanno distribuito preghiere, canti e riflessioni sulle piattaforme tecnologiche. Per vivere le ore della Passione insieme, come comunità, a Formigine don Federico Pigoni, gli altri sacerdoti della parrocchia, le suore, i catechisti e gli educatori hanno «tentato tutte le strade possibili», anche in questo caso con l’ausilio della tecnologia.

«Dopo la messa del Giovedì Santo – ricorda don Pigoni – abbiamo animato un momento di adorazione con meditazioni sul servizio, l’eucaristia, il sacerdozio battesimale e l’amore coniugale, alternate con preghiere e canti».

Il giorno successivo è stata proposta una Via Crucis itinerante, dentro le case dei parrocchiani:

«È stata una bellissima esperienza perché ha ricreato una sorta di Chiesa domestica, grazie alle famiglie che hanno animato con un video le 14 stazioni».

Una Via Crucis analoga è stata animata dai bambini del catechismo che hanno tra l’altro realizzato disegni da regalare agli anziani dell’Opera Pia Castiglioni e di Villa Serena a Sassuolo. Il giorno di Pasqua è stato trasmesso per la prima volta su Youtube il musical «Fino alla fine del mondo» interpretato da più di cento ragazzi dopo quattro anni di lavoro. C’è chi – terminate le celebrazioni pasquali – pensa all’estate, tempo in cui nelle parrocchie si moltiplicano le sagre e le offerte educative per i giovani, tra campeggi e Grest all’oratorio.

«In queste settimane abbiamo assicurato le celebrazioni in streaming, ma non posso nascondere la tristezza nel dover celebrare la veglia del Sabato Santo in chiesa da solo con le suore e alcuni ministri – spiega don Fabio Bellentani, parroco di Gesù Redentore –. Dovremo rileggere la nostra esperienza pastorale alla luce di questa emergenza: andrà cambiato il nostro modo di essere Chiesa, mettendo al centro i poveri».

di Paolo Tomassone