L’Arcivescovo, monsignor Giuseppe Baturi, ha voluto promuovere la costituzione di un «Fondo di solidarietà diocesano – Emergenza 2020», da alimentare con offerte liberali di sacerdoti e parrocchie «in salute economica», che hanno già promesso un impegno.

Possono contribuire anche associazioni e aggregazioni, enti, società e singoli: tutti potranno far confluire il proprio contributo sul fondo, dove sarà versata anche una quota economica straordinaria che la Cei ha fatto pervenire alle diocesi dai fondi dell’8xMille per l’emergenza Covid 19.

Gli obiettivi e gli interventi di sostegno, anche su indicazione della stessa Cei, «devono contribuire a far fronte alle esigenze sanitarie, economiche e sociali provocate dal Covid-19». «Dovranno contribuire a sostenere persone e famiglie – si legge ancora nelle indicazioni della Conferenza episcopale italiana – in situazione di povertà o di necessità, enti e associazioni che operano al superamento dell’emergenza provocata dalla pandemia, enti ecclesiastici in situazione di difficoltà, a partire dalla parrocchie».

Per la gestione di questo Fondo è stata costituita una commissione, il cui compito sarà quello di analizzare le richieste pervenute, secondo le necessità che possono crearsi, a partire da questi prossimi giorni. Per questo è stato emanato un decreto firmato dall’Arcivescovo e un regolamento che sovrintende alla realizzazione di tutti gli interventi.

La Commissione dovrà inoltre individuare le tipologie degli interventi o dei progetti da realizzare per far fronte alla crisi economica generata dall’epidemia. Sarà ancora responsabilità della Commissione indicare le modalità e predisporre la modulistica necessaria per la presentazione delle richieste da parte dei soggetti ammessi al sostegno, così come la gestione della tempistica più utile per la conclusione dell’iter delle stesse richieste.

Sarà poi necessaria una corretta rendicontazione da parte dei beneficiari e la trasparente comunicazione da parte della diocesi, in merito ai settori di intervento, utilizzando gli strumenti diocesani di comunicazione.

Se la Caritas diocesana è subito entrata in azione, con l’apertura di un centro di distribuzione di vivere di prima necessità, e sta sostenendo in altre modalità i più deboli in questo particolare momento, la costituzione del Fondo diocesano è un ulteriore segno di attenzione che la Chiesa cagliaritana ha verso chi oggi è più colpito dal coronavirus, sia in termini sanitari sia soprattutto dal punto di vista economico.

I dati della Caritas hanno certificato un raddoppio delle richieste di aiuto, segno che il blocco delle attività economiche per la pandemia ha tracciato un solco, che, secondo molti, sarà problematico superare.

Per questo occorre intervenire rapidamente con fondi adeguati, così come ha deciso di fare la diocesi, istituendo il Fondo, chiedendo a chi può di alimentarlo, oltre a mettere a disposizione ulteriori risorse, insieme a quelle rese disponibili dalla Chiesa italiana. La Chiesa, quando deve intervenire, lo fa, come sempre, con la pedagogia dei fatti.

di Roberto Comparetti