“La Cittadella della carità” sulla frontiera dei bisogni accresciuti tra la gente

Si sta operando a pieno ritmo, in Cittadella della carità, a Mondovì Breo, in questi giorni di coronavirus, con l’impegno assiduo innanzitutto al Cento di ascolto che conta su un’assistenza telefonica per raccogliere le varie esigenze e poi, se è il caso, su appuntamenti concordati e scaglionati per fronteggiare diverse urgenze che richiedono un passaggio “de visu”.

Un particolare apporto viene assicurato con generosità dai due giovani in servizio civile, sempre presenti in queste settimane intense. Intanto, ultimata la sanificazione di tuti i locali, si sta progettando l’adeguamento indispensabile, con paratie in plexiglas alla mensa e al Centro di ascolto, per quando potranno aprire ad accogliere coloro che torneranno ad accedervi come avveniva prima (o quasi), sia pure le limitazioni che saranno necessarie.

Alla “Cittadella della carità” poi continua la distribuzione di pacchi alimentari (settimanali nella maggior parte dei casi, ma anche di durata più ampia, fino al mese in circostanze particolari). Sta funzionando l’iniziativa promossa e sostenuta dall’Ipercoop a Mondovicino, tramite la “Spesa sospesa”, cioè la proposta e quindi la possibilità di acquisti in più (e donati) da parte di chi si reca al supermercato ed aggiunge al suo carrello di spesa qualcosa da donare ad altri.

La collaborazione con la direzione dell’Ipercoop al riguardo è estremamente positiva e fruttuosa. E stanno giungendo molte donazioni alla stessa “Cittadella della carità” che rendiconta poi tutto, sul come si sono impiegati i denari, adesso destinati soprattutto per l’acquisto di alimentari specifici. Una famiglia – ad esempio – ha donato 500 euro, un gesto encomiabile, di grande valore. Ma sono anche tante le altre donazioni che giungono, di valore di verso, ma ognuna importante e preziosa. Un segnale incoraggiante (ancorchè discreto) di una solidarietà capillare, nei fatti, tra la gente, senza clamori…

Da sottolineare anche per Pasqua la donazione consistente di dolci, colombe e uova di cioccolato da parte della ditta Maina di Cervere, che ha consentito di portare un segno di dolce condivisione in questi giorni comunque problematici purtroppo. Si dovrà poi anche pensare alla sistemazione dell’accoglienza notturna, per quando potrà tornare ad essere attiva, cioè quando si allenteranno le misure restrittive a questo livello. Ancora, in programma c’è di provvedere a dotare gli ingressi del Centro di ascolto e della mensa di strutture apposite per accessi scaglionati. 

Ed infine dalla “Cittadella della carità”, oltrechè al presente con tutte le accresciute urgenze di questi giorni complessi, si guarda al futuro, a quel che avverrà dopo: la pandemia ci lascia ferite, lacrime e angustie per le vittime ed i colpiti, ma lascerà sul terreno anche non poche macerie sociali, per una crisi che si preannuncia di proporzioni forse mai viste e per una ripresa che sarà decisamente faticosa, con gli ultimi ad essere sempre più ai margini e penalizzati.

L’UNIONE MONREGALESE 22 APRILE 2020 NUMERO 16