Vittorio Canepa è un medico pediatra, 67enne, padre di quattro figli, nonno e brillante musicista nel tempo libero. La sua vita cambia radicalmente tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo. Dapprima la gioia di poter riabbracciare la figlia secondogenita, Suor Irene, monaca trappista nell’ordine cistercense della stretta osservanza, che, impegnata insieme ad altre consorelle nella costruzione di un nuovo monastero in Portogallo, tiene una testimonianza a Rapallo, in Liguria, nella diocesi dove è nata è cresciuta. La gioia di quell’abbraccio viene offuscata, poche settimane più tardi, dal coronavirus che contrae Vittorio.

Il decorso della malattia è molto virulento. Il ricovero d’urgenza, la necessità di essere intubato per 23 giorni, prima di un risveglio inaspettato, anche sulla base dei referti medici. Poi la ripresa lenta e progressiva, ed una vita ridonata, affidata nella fede.